CAPODANNO

Ho sempre amato i luccicanti botti di Capodanno. Fin da piccola mi mettevo sul balcone ad ammirare quei fuochi e quelle luci che illuminavano il buio della notte.

Quest’anno ho dato al calcio alla tradizione… e al posto dei botti, ho preferito una bottarella!.

L’unica cosa di tradizionale sono state le classiche mutandine rosse.

Ho messo quelle ricche di pizzo davanti e con una semplice stringa dietro che s’insinuava maliziosamente tra le mie natiche.

Era un piacere sentirla così maliziosa che già mi eccitava.

Poi certo l’arrivo di P. era proprio un bell’addio all’anno vecchio e un inizio sicuramente scoppiettante per l’anno nuovo.

Lui è uno dei miei devoti. Certamente di bell’aspetto, con pettorali scolpiti da anni di palestra, ed anche piuttosto dotato.

Lo accolsi così, con solo quelle maliziose mutandine, dei sandali con tacco a spillo (rigorosamente 12) e poi dei copricapezzoli rossi a forma di cuore.

Lui era venuto distinto e serio, ovviamente giacca e cravatta.

Ben presto si sarebbe liberato di quella serietà per fare il botto di fine anno con me.

“Sei veramente uno schianto!”, mi disse appena entrato.

Mi piaceva vedere i suoi occhi che brillavano dal desiderio mentre io lo guardava maliziosa.
”Striscerei ai tuoi piedi per l’eternità!”, continuò il giovanotto sempre infuocato.

“Lo so quello è il tuo posto”.

Ed in effetti non poteva altro che essere il suo posto. Uno dei tanti ammiratori devoti con in più rispetto gli altri le sue indubbie capacità amatorie.

C’eravamo sdraiati comodamente sul divano davanti all’albero di Natale che svettava illuminato con la sua asta lunga e dritta.

Non ci mise molto a spogliarsi ed incominciò a coccolarmi i piedi con un massaggio dolce e rilassante.

Non aveva più gli slip e vedevo già il suo membro che era dritto, un’atra asta svettante a fianco a me.

S’inginocchiò davanti a me per leccarmi i piedi. Lo faceva con dovizia e con vero trasporto.

La sua lingua incominciò a salire per tutte le gambe e poi fino all’estremità superiore delle cosce.

Lo fermai imperterrita con un pizzico di dolce sadismo.

“Devi guadagnartela!”.

Sì non è per tutti e i pochi fortunati devono dare tutto se stesso per raggiungere l’estremo piacere.

Devono anche ricordarsi che il piacere è innanzi tutto mio.

Per cui sono io che do a loro il ritmo e devono seguire le mie cadenze e i miei tempi.

Loro lo fanno sempre.

Mi feci togliere quelle mutandine che lui incominciò ad annusare ansimando.

“Ti piacciono?”, gli chiesi mentre gli accarezzo il mento.

“Si… mi fa impazzire sentire i tuoi odori…”.

“E’ la mia passerina…”.

“Che voglia…”.

Deve avere un odore particolare perché tutti impazziscono con le mie mutandine usate.

Uno dei miei devoti affermava che odorava di rosa, un altro invece sentiva l’odore dei miei ormoni.

Quest’ultimo era un feticista degli estrogeni e impazzavi ogni volta che poteva odorare qualsiasi mia lingerie usata. P. non era così complicato ma ci misi un po’ per fargli togliere il naso da quegli slip e farlo concentrare sulla mia divina vagina.

“Leccala!”, gli ordinai senza troppa indulgenza.

Mi piaceva vederlo leccare come un cagnolino fedele.

Lui era, in fondo, quello: un piccolo animaletto devoto alla sua Padrona.

Lo avevo istruito per bene nel corso del tempo. Quando c’eravamo incontrati per la prima volta era piuttosto rozzo e sbrigativo.

Ora sapeva che doveva iniziare lentamente senza dimenticare di leccarmi anche tra le cosce.

Quella sera lo stava facendo con maestria.

Sentivo la sua lingua massaggiare la mia natura che gradualmente si stava sempre più eccitando.

Era momenti di gemiti di piacere per me mentre lui mi adorava e mi sognava.

Sapeva trattare con delicatezza il mio clitoride. Non correva ma seguiva i miei gemiti e i miei movimenti.

Mentre la mia eccitazione proseguiva, lui incominciò ad utilizzare anche le dita. Prima dentro la vagina e poi massaggiando il clitoride.

Alternava lingua e dita per darmi sempre più piacere.

Il mio corpo si muoveva eccitato e raggiunsi un orgasmo forte.

Fu il primo botto di Capodanno, ma il giovanotto non concluse lì.

La sua asta ormai faceva concorrenza a quella dell’Albero di Natale da tanto era dritta e lunga.

Mi prese con un misto di forza virile e romantica delicatezza montandomi sopra il letto dove ogni notte dormo.

Il suo membro incominciò a penetrarmi mentre la mia vagina era già pronta ed umida.

Lo sentivo entrare con forza e prepotenza.

La mia natura si dilatava e s’impregnava d’umori.

Quando mi eiaculò dentro, anch’io ebbi il secondo orgasmo. Il mio volto era rosso dal godimento ed un urlo riuscì a non farci sentire lo scoccare del Nuovo Anno.

Rimanemmo accoccolati e travolti dalla passioni per un po’.

Poi mentre lui ancora era in stato di semicoscienza, presi le mie mutandine e le indossai.

Notai il suo occhio d’un tratto sveglio che la fissava mentre la bocca salivava di piacere.

“Le vuoi?”, gli chiesi maliziosa.

“Sì le adoro”.

Erano umide, trasudanti del piacere ricevuto.

“Tieni è il mio regalo”, gli dissi mentre dopo essermele sfilate gliele donavo.

Imbevette il suo naso negli odori come un assettato con un bicchiere d’acqua.

Era totalmente inebriato dagli umori che avevo lasciato.

Si lasciò travolgere ancora… forza del mio fascino e delle mie maliziose mutandine!.

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