IL MIO EX

Proprio questa mattina ho fatto un incontro inaspettato.

Era R., un mio ex.

Eravamo fidanzati quando appena avevo vent’anni.

Ero giovane e maliziosa ma non ancora consapevole del mio fascino.

Mi sono accorta che non è assolutamente cambiato. Siamo andati a berci un caffè ed era sempre lui, inossidabile nelle sue rigidità caratteriali.

Adesso non lo guarderei neanche di striscio ma ai tempi mi sembrava proprio un bravo ragazzo con cui starci assieme e magari fare pure una famiglia.

Mentre mi raccontava della sua vita da divorziato sfigato e tradito dall’ex moglie incominciai a ricordare quello che gli avevo combinato.

In fondo un po’ se l’andava a cercare perché un pochino più d’impegno tra le coperte lo doveva pur mettere. E poi si sa le donne vanno anche fatte divertire altrimenti il rischio è grosso.

Io aspettai quasi un anno di noia mortale e di sesso senza orgasmo per me prima di prendere la decisione definitiva.

Capitò tutto durante uno di quei pomeriggi estivi che normalmente le coppiette passano al lago mentre noi lo trascorrevamo nella sua cameretta a casa di mamma.

Mentre lui se n’era andato in bagno a fare i suoi bisognini, mi accorsi che aveva lasciato il computer acceso.

Curiosa come una gatta mi misi a controllare la cronologia.

Wow!, esclamai senza mezzi termini.

In effetti il bravo ragazzo guardava dei siti veramente strani dove dei mariti o fidanzati godevano nel vedere la loro compagna bellamente amata da un terzo normalmente super dotato!.

Dopo il primo momento di choc, il mio cervello pianificò una vendetta tremenda.

Era arrivato il momento d’insegnare a quel ragazzino come si tratta una donna!.

Organizzammo un’uscita serale in una discoteca piuttosto rinomata di Milano.

Io mi presentai con indumenti veramente accattivanti.

Avevo una minigonna in jeans molto corta, un top notevolmente attillato e poi dei bei sandali con zeppa 15.

Anche un morto si sarebbe girato a guardarmi, non R.

Come dicevo lui era veramente particolare nei suoi comportamenti.

Non amava particolarmente vedermi così attraente perché si sentiva imbarazzato. Era come una strana competizione che vedeva lui quasi un piccolo sgorbio di fronte a me bellissima che lo sovrastavo anche in altezza con quei tacchi altissimi.

Mentre andavamo in macchina verso il locale gli chiarì subito cosa sarebbe accaduto.

“Tesoro… l’altro giorno ho visto il tuo computer”.

“Non è educato guardare il pc di un altro. E’ una questione di privacy”, mi disse piccato.

“Non è bello che un ragazzo fidanzato si metta a vedere siti porno pure particolari…”, ribattei di fronte alla sua insolenza.

“Insomma… io vedo quello che voglio!”.

“Pensa se lo sapesse la tua mammina!”, esclamai con una certa malizia.

“Mi ricatti!”.

S’infuriò non poco ma dopo un veloce batti e ribatti dovette cedere.

“Accetta le mie condizioni o ti lascio e racconto tutto a mamma!”.

Un altro ragazzo si sarebbe messo a ridere, R. no. Lui aveva una totale venerazione di sua madre che avrebbe considerato uno scandalo farle sapere i siti che vedeva.

Quindi abbassò gli occhi e accettò di fare il cuckold.

Esatto, il cuckold ovverosia il cornuto partecipe e contento.

“In fondo ti piace. Non sarà difficile trovare un ragazzo che sta al gioco. Che ne dici?”, gli chiesi sarcastica mentre indicavo le mie lunghe gambe.

Fu quasi in gioco a trovare il bull, ovverosia lo stallone che mi avrebbe presa con forza e prepotenza virile.

Fu, invece, come pescare un ago in un pagliaio trovare L., nostro amico di lunga data, che il mio ragazzo odiava pesantemente.

Erano proprio agli antipodi: R. un nerd dedito ai computer e agli studi; L. un perenne palestrato narcisista.

A me L. non era mai piaciuto, troppo attento a se stesso e mai devoto ad una donna.

Per quella notte andava benissimo. Era la preda perfetta.

Appena lo vidi, gli mostrai il sorriso maliziosa che meglio mi riusciva.

La mia mise accattivante era proprio un invito per un individuo di quel tipo.

Ballammo tutta la notte mentre R. ci aspettava seduto su un divanetto, nervoso ed umiliato.

Verso le tre di mattina decisi di dare l’assalto alla diligenza.

“Mi vuoi scopare?”, gli chiesi diretta.

“E’ quel robo che ti sei portata dietro?”, richiese lui con una certa diffidenza.
”Guarda”.

Si mise a ridere smargiasso ed accettò la sfida da bravo narcisista.

Affrontò con baldanza il mio ragazzo che lo guardava intimidito.

“Senti bello, la tua ragazza mi ha detto che sei un guardone… oggi è il tuo giorno fortunato!”, gli disse umiliandolo in pubblico. R. abbassò gli occhi e tutti e tre andammo verso l’appartamento di L.

Il mio ragazzo guidava e noi due dietro.

Già il viaggio fu duro per il poveretto. Il nerboruto narcisista si avvinghiava senza nessuna remora e mi palpeggiava con una certa foga.

Io gemevo come una gatta in calore mentre lui grugniva come un maiale eccitato.

“Ora mettiti li e guarda cosa fa un vero uomo!”, disse L. al mio povero fidanzatino che se ne stava in un angolo quatto e umiliato.

Il giovane palestrato non amava i preliminari e mi levò in men che non si dica tutti i miei indumenti.

Fortunatamente ne avevo pochi e quando sentì il suo dito entrare nel mio sederino ancora vergine per un attimo ebbi un sussulto di preoccupazione.

Mi mise a pecorina sul letto mentre R. cominciava a toccarsi il pisellino.

“Bella… non aver paura … ora ti faccio godere!”, esclamò quel miscuglio di bestia ed essere umano.

Ed in effetti ce la fece. Era bravo nell’arte del sesso, e più sentivo il suo pene entrare nel mio culetto, più i brividi dell’eccitazione correvano lungo tutto il corpo.

Saltavo come un tarantolata quando poi mi prese davanti. Sembrava un indemoniato e soprattutto aveva una resistenza e durata incredibile.

Quella sera ebbi orgasmi multipli e compresi quanto fosse diverso fare l’amore rispetto al brodino caldo che ogni tanto mi concedeva il mio ragazzo.

Quando dopo un ora di sesso selvaggio ci accoccolammo nel letto abbracciati, L. ebbe un’idea veramente eccezionale.

“Cornuto lecca i piedi alla tua ragazza!”, ordini al poveretto che subito ubbidì.

Noi ridevamo e lui leccava con piacere. Era come se li gustasse pezzo dopo pezzo.

Più li leccava più il suo notevolmente piccolo pene s’induriva fino a venire tra le sue stesse mani.

Per un po’ questo giochetto a tre continuò, poi mi stancai di entrambi. L. era troppo narcisista mentre R. era veramente poco maschio per piacermi.

E non è effettivamente cambiato.

Mentre lo guardavo imbolsito dagli anni e con qualche capello in meno, mi ritornò in mente quella sera.

Lui stamattina mi raccontava dei tradimenti di sua moglie e allora volli fargli una domanda.

“Ma forse preferivi fare il cornuto contento come lo facevi con me?”, gli chiesi sarcastica.

“Non ti ho mai dimenticato”, mi rispose rassegnato.

Eh sì, pare proprio che gli piacesse un mondo quel ruolo da cuckold… chissà mai che in futuro glielo concederò ancora!.

 

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